Scienze del Mare
Le Scienze del Mare studiano il sistema oceanico globale – la biodiversità degli organismi marini e degli habitat, nonché l’interazione tra oceano, atmosfera, organismi, clima, terraferma e società – fornendo una comprensione interdisciplinare e profonda della struttura, delle proprietà e dei processi dell’oceano.
Il Decennio del Mare crea le condizioni affinché avvenga una rivoluzione nelle Scienze del Mare per facilitare un cambio di paradigma nella progettazione e nella divulgazione di conoscenze e dati in ambito marino, per fornire soluzioni che contribuiranno al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
Quali sono le professioni che ruotano attorno alle Scienze del Mare?
I confini tra le differenti discipline legate alle Scienze del Mare non sono rigidi, e molte volte esiste una sovrapposizione nei campi di studio e di ricerca di differenti rami. Scopriamo assieme quali sono alcune delle discipline dell’oceano.
Il ramo forse più conosciuto delle Scienze del Mare e che, per questo, può esserne considerato il cuore. La biologia marina in sé racchiude lo studio dei diversi componenti viventi degli ecosistemi marini. Studia piante marine, come la Posidonia oceanica, alghe e organismi marini, dal plancton alle balene agli uccelli. Approfondisce la conoscenza dei cicli di vita delle differenti specie, i loro adattamenti alla vita sott’acqua, la loro interazione e il rapporto con l’ambiente circostante.
La biologia marina, inoltre, esplora la genetica degli esseri viventi e ne comprende la riproduzione e la biodiversità. Questo studio include osservazioni a livello molecolare (biochimico), cellulare, individuale, di popolazione e di comunità.
Comprensione, protezione, monitoraggio, gestione dell’oceano e delle sue risorse sono tra gli obbiettivi principali di questa disciplina.
L’ecologia marina studia tutti gli esseri viventi nell’oceano e la loro interazione con altri esseri viventi (elementi biotici) e gli elementi non viventi dell’ambiente (elementi abiotici). Si tratta quindi dello studio e della comprensione dei principi fondamentali su cui si basa il funzionamento dell’ecosistema marino.
Sono proprio le interazioni tra gli organismi, come competizione, predazione, simbiosi, parassitismo, e le interazioni tra organismi ed ambiente che determinano la distribuzione e l’abbondanza delle diverse specie e le modalità con cui gli organismi si adattano all’ambiente in cui vivono.
La zoologia è specializzata nello studio dei diversi organismi marini, nonché nella relazione tra loro, con l’ambiente e con l’essere umano.
L’ittiologia è la branca specifica che si occupa dei pesci, sia ossei, come la maggior parte dei pesci conosciuti, che cartilaginei, come gli squali e le razze. Questa disciplina esplora nel dettaglio le funzioni fisiologiche degli esseri viventi e analizza anche l’origine, la discendenza e l’evoluzione nel corso della storia degli animali marini che oggi conosciamo.
La zoologia spesso mira al monitoraggio e alla conservazione delle diverse specie per mantenere la biodiversità ed il benessere degli ecosistemi. Ma non si ferma qui: indaga ed esplora per conoscere e studiare sempre più specie. Ad oggi si stima che più del 95% degli invertebrati marini sia ancora sconosciuto (World Ocean Assessment II, UN).
La botanica marina studia le specie di piante marine vascolari fiorite, mentre la ficologia studia più specificatamente le alghe e i cianobatteri. Entrambe le professioni conducono ricerche sul campo e in laboratorio per studiare le proprietà genetiche delle alghe, il loro ruolo nell’ecosistema e l’impatto che hanno i cambiamenti ambientali nel loro sviluppo.
Il ruolo della ficologia è molto importante anche in altri ambiti come la farmacologia: diversi farmaci e cosmetici sono infatti a base di alghe.
La conoscenza delle alghe può essere ulteriormente applicata nell’industria alimentare e dei superfood, nell’industria delle bioplastiche, dei biocombustibili e altri settori.
L’oceanografia si occupa di studiare i processi fisici, chimici, geologici, ecologici e biologici che governano l’oceano. L’oceanografia prevede la raccolta di dati mediante boe, satelliti e altri strumenti. Segue la fase di analisi in laboratorio, dove ricercatori e ricercatrici creano modelli per capire andamenti attuali e futuri scenari dell’oceano in risposta ad elementi esterni, come il cambiamento climatico, la sovrapesca e l’inquinamento.
L’oceanografia biologica studia i processi biologici dell’oceano, come le catene trofiche e i trasferimenti di energia e materia tra organismi produttori, consumatori e decompositori. L’oceanografia biologica indaga la distribuzione, l’abbondanza, lo sviluppo delle specie e come gli organismi si relazionano tra loro, si adattano al loro ambiente e interagiscono con i processi negli oceani.
Per realizzare il loro lavoro, espertə possono usare osservazioni sul campo, modelli informatici o esperimenti di laboratorio e sul campo.
Uno degli obiettivi principali é lo studio del plancton: la sua diversità, distribuzione e produttività e come questa gioca un ruolo nel ciclo globale del carbonio.
L’oceanografia chimica descrive qualitativamente e quantitativamente la chimica, le reazioni chimiche e i relativi processi che determinano la distribuzione e la disponibilità delle specie chimiche come gli elementi, isotopi, atomi e molecole nell’acqua dell’oceano. Inoltre, studia gli scambi che avvengono tra l’oceano e l’atmosfera, come l’aumento di biossido di carbonio (CO2) e la sua relazione con l’acidificazione dell’oceano e fenomeni meteorologici. L’oceanografia chimica studia anche i processi chimici della vita marina, come chemiosintesi, respirazione e calcificazione. Questi processi si verificano lungo la superficie dell’oceano, la colonna d’acqua, le profondità e sotto il fondo del mare.
L’oceanografia fisica studia l’interazione tra lo strato superficiale dell’oceano e l’atmosfera, così come il trasferimento di energia nelle differenti masse d’acqua, il moto ondoso e le maree. Questo campo include anche lo studio dei fattori ambientali, come temperatura-salinità-pressione e comportamento del suono e della luce nell’oceano. Vengono inoltre studiati i processi fisici che coinvolgono gli organismi marini, come la comunicazione delle balene attraverso il canale del suono e gli adattamenti degli organismi sotto alta pressione. L’oceanografia fisica è anche un importante punto di contatto con la climatologia, nello studio degli eventi meteorologici estremi, come tsunami, maremoti e uragani.
Il diritto e la legge del mare trovano nella Convenzione delle Nazioni Unite per il Diritto del Mare (UNCLOS – United Nation Convention on the Law of the Sea) la loro più alta espressione. Si basano sul trattato internazionale che definisce i diritti e le responsabilità degli Stati nell’utilizzo dei mari e dell’oceano. Gli articoli contenuti nel trattato regolano la giurisdizione degli Stati in acque costiere, i diritti di navigazione, le rivendicazioni minerarie marine e anche la protezione delle specie più vulnerabili. Chi è espertə in questo ambito può occuparsi, tra le altre cose, di sciogliere le dispute marittime e supportare le negoziazioni tra Stati o parti coinvolte in incidenti nautici, che si verificano in ambito di attività marittime sia ricreative sia commerciali.
Subacqueə professionistə e dilettanti possono avere un ruolo fondamentale nella ricerca. Immergendosi nel blu, possono aiutare gli scienziatə monitorando la biodiversità marina e gli ecosistemi per avere un sistema informativo globale completo. Parte del loro ruolo chiave passa anche attraverso la divulgazione scientifica mediante fotografie e video subacquei, promuovendo la protezione, la conservazione e la riabilitazione della vita marina e degli habitat, anche lavorando a fianco delle Aree Marine Protette.
L’archeologia subacquea rientra in questo ramo, e si occupa del recupero e dello studio di antichi oggetti sommersi, testimoni di civiltà e popoli, per conservare e tutelare il patrimonio culturale sommerso.
La divulgazione scientifica è un elemento chiave delle scienze marine che ha l’obiettivo di rendere più comprensibili e accessibili le informazioni scientifiche legate all’oceano, alla sua biodiversità e ai servizi che fornisce agli esseri umani.
Divulgare le Scienze del Mare ci permette di avvicinare la società al mare, colmando quel distacco che normalmente caratterizza questo rapporto.
Nella divulgazione c’è una continua ricerca di mezzi di diffusione più efficaci: arte, documentari, social network, letteratura, contenuti educativi e tanti altri metodi per raggiungere tutte le fasce d’età.
Una branca dell’ingegneria che si occupa della progettazione dei mezzi navali e del loro mantenimento impegnandosi in diversi settori della cantieristica: mercantile, militare, diporto, off-shore.
La geologia marina studia storia, strutture e processi geologici che formano le montagne, i canyon e le valli nei fondali oceanici ma anche i pendii e le piattaforme meno profonde che circondano i continenti, e aree costiere come le spiagge e gli estuari. Attraverso il campionamento, osservano milioni di anni di storia la diffusione dei fondali marini, la tettonica a placche e la circolazione oceanica. Esaminano anche i processi vulcanici, la circolazione del mantello, la circolazione idrotermale, la genesi del magma e la formazione della crosta.
La pianificazione dello spazio marittimo è un approccio coordinato e interdisciplinare per analizzare e gestire la distribuzione spazio-temporale delle attività umane nell’oceano. Questo approccio garantisce che le attività antropiche nelle aree marine e costiere vengano svolte in modo efficiente, sicuro e sostenibile per minimizzare i conflitti tra le parti interessate, cercando di ridurre quanto più possibile l’impatto ambientale, e trovando sinergie tra settori economici. La gestione spaziale marina serve per bilanciare le richieste di sviluppo economico con la necessità di proteggere l’ambiente marino-costiero, in modo da fornire vantaggi sociali ed economici in modo pianificato.