Save the Wave

Un’onda per tutelare e ripristinare gli ecosistemi marini per un Mediterraneo sano, resiliente, produttivo e ricco di biodiversità

Save the Wave nasce nell’ambito del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile (2021 – 2030), con lo scopo di conservare e ripristinare lo stato di salute degli ecosistemi marini del Mediterraneo, con particolare attenzione alle praterie di Posidonia oceanica.

Il progetto di ripristino è supportato da iniziative di divulgazione e sensibilizzazione per promuovere la consapevolezza dei cittadini sul ruolo fondamentale che hanno gli ecosistemi marini e Blue Carbon per la mitigazione al cambiamento climatico. Giovani, studenti, pescatori, imprenditori del settore turistico costiero e non solo, attraverso percorsi educativi ed esperienze formative, apprenderanno l’importanza di mantenere in salute gli ecosistemi marini per avere un mare sano e produttivo.

Come agisce Save the Wave?

Save the Wave crea un network di progetti di recupero e conservazione di ecosistemi creando sinergie tra aziende, ricercatori e ricercatrici, istituzioni, università e organizzazioni no-profit che avviano i progetti in loco.

E.ON è stato il primo partner ad abbracciare il progetto, contribuendo attivamente alle iniziative per il ripristino della prateria di Posidonia oceanica nel golfo della città di Palermo, in Sicilia.

Posidonia oceanica di Esteban Gottfried Burguett per IOC-UNESCO
Perché tutta questa attenzione per le praterie di Posidonia oceanica?

La Posidonia oceanica è una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo in grado di formare grandi praterie sommerse (vere e proprie foreste del mare) che fungono da casa, rifugio, luogo di riproduzione e fonte di cibo per molti animali marini come molluschi, pesci e crostacei.
Grazie alle sue lunghe foglie e forti radici, ha un ruolo fondamentale per mitigare la forza delle onde e attenuare l’erosione costiera. Come le piante terrestri, la Posidonia oceanica produce ossigeno e cattura biossido di carbonio dall’atmosfera, intrappolandolo nelle radici e nel substrato sottostante per centinaia o addirittura migliaia di anni. Per questa sua capacità di trattenere grandi quantità di carbonio, le praterie di Posidonia oceanica sono ecosistemi Blue Carbon, ottimi alleati per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Credits: Posidonia oceanica di Esteban Gottfried Burguett per IOC-UNESCO
Quali altri habitat e specie del Mediterraneo verranno ripristinati e tutelati grazie a Save the Wave?

I coralli del Mediterraneo, che si trovano ora in uno stato di pericolo a causa delle azioni umane e del cambiamento climatico, saranno un ulteriore target del progetto. In particolare, è prevista l’attivazione di progetti di ripristino di coralli e gorgonie come il corallo rosso (Corallium rubrum) e la gorgonia rossa (Paramuricea clavata). I coralli del Mediterraneo sono un bene da preservare e conservare perché offrono molteplici servizi ecosistemici ed economici: sono importanti risorse per il turismo subacqueo, ospitano una grandissima biodiversità marina, sono fonte di cibo e riparo per larve e avannotti e, in futuro, potrebbero rivelarsi una fonte importante di nuove medicine.

Save the Wave supporterà l’identificazione di siti pilota dove studiare e collaudare le tecniche per il recupero e la riabilitazione delle popolazioni di corallo e gorgonie, ancora poco applicate nel bacino mediterraneo.

Credits: Coralligeno di Esteban Gottfried Burguett per IOC-UNESCO

Save The Wave - Isole Tremiti

Rispristino prateria di Posidonia oceanica alle Isole Tremiti

Le Isole Tremiti sono le protagoniste della seconda tappa di Save the Wave. Nell’’arcipelago situato al largo delle coste pugliesi, in un’area complessiva di circa 100 metri quadri, sono stati impiantati i rizomi di Posidonia oceanica scalzati, in particolare, a causa degli ancoraggi dei diportisti. Il reimpianto di fasci di P. oceanica è stato effettuato in due siti di circa 50 m2 ciascuno, dove Posidonia era presente in passato e dove è poi scomparsa proprio a causa delle attività umane.

Save the Wave Isole Tremiti_Decennio del Mare 5
Foto di Igor d’India

Il primo sito è locato a nord-est degli iconici scogli chiamati “I Pagliai”, dove sono state posizionate nuove porzioni di prateria tra i 15 e i 17 metri di profondità.
Il secondo è localizzato nel corridoio naturale formato dallo Scoglio del Cretaccio e dall’Isola di San Nicola, a 8 metri di profondità.
In totale, dunque, Posidonia è stata reimpiantata su una superficie complessiva di 100 m2, pari a circa il 10% della superficie che questo habitat ricopre alle Isole Tremiti nella sua porzione più in salute.

Save the Wave Isole Tremiti_Decennio del Mare 1
Foto di Igor d’India

Il progetto vede il coinvolgimento della comunità locale, come diving center ed esperti, ma anche di molti studenti, i quali prenderanno parte a percorsi educativi sull’importanza di questa pianta per la salute del mare e della costa.

Il progetto, guidato da IOC-UNESCO grazie al supporto di E.ON Italia S.p.a., è nato grazie alla collaborazione con Giovanni Chimienti, biologo marino del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari e National Geographic Explorer, con il suo team composto dal Prof. Francesco Mastrototaro e il biologo marino Andrea Tursi, con il patrocinio del Parco Nazionale del Gargano Area Marina Protetta Isole Tremiti e con la partecipazione di The Oceancy.

L’importanza di Posidonia alle Tremiti

I posidonieti delle Isole Tremiti rappresentano un habitat di particolare pregio ed importanza sia ambientale sia socioeconomica. Tuttavia, nonostante le praterie siano attualmente uno degli habitat più protetti e monitorati del Mediterraneo, stanno subendo una forte degradazione, spesso legata ad impatti locali. Risulta quindi fondamentale coinvolgere i turisti e la comunità locale attraverso la formazione di personale in loco e un programma di Educazione all’Oceano nelle scuole. 

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Foto di Igor d’India

“Posidonia oceanica forma bellissime praterie sommerse che svolgono numerose funzioni per l’ecosistema. Purtroppo, questa pianta sta soffrendo per via degli impatti dell’uomo, e le praterie spesso regrediscono o scompaiono. Per questo motivo, anche alle Isole Tremiti, è necessario intervenire per la loro tutela e per rimediare ad alcuni degli impatti che la danneggiano, in particolare, gli ancoraggi delle imbarcazioni. Come Università di Bari abbiamo unito le forze con IOC-UNESCO, E.ON e The Oceancy, grazie alla fondamentale adesione del Parco Nazionale del Gargano, per recuperare e reimpiantare porzioni di prateria che altrimenti sarebbero andate perse per sempre.
Sappiamo però quanto sia essenziale che ognuno di noi faccia la propria parte, prestando attenzione a questo fragile habitat marino, unico del Mediterraneo, evitando di ancorare su quelle che sembrano semplici “distese d’erba” e invece sono praterie centenarie”

Giovanni Chimienti,  Biologo Marino del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari e National Geographic Explorer.
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Foto di Igor d’India

Articoli che parlano del progetto